Una dimora nobiliare nel cuore di Racconigi è lo scenario che ospita un restyling di grande impatto. L’impresa, non poco impegnativa, consisteva nel valorizzare un contesto straordinario, cambiandone la veste ma senza modificare la struttura storica a due piani, in quanto antica residenza dei Savoia-Acaja. L’obiettivo del design era diversificare le sale distinguendole cromaticamente e per tempra, poiché il locale stesso nasceva con un concept moderno e flessibile: bistrot, ristorante, vineria e pizzeria sono infatti quattro anime che qui convivono, ognuna con una propria espressione.
Al pian terreno, l’ingresso racconta di un luogo ideale per gli aperitivi, dove l’azzurro avvolge le pareti, disegnando un contenitore monocromatico dalle nuance intriganti ma suffuse nelle ore serali. Il total blue – insieme al bancone in marmo dalle linee contemporanee e alla scelta di dipingere i mattoni a vista – ha anche la funzione di rottura verso la tradizione, in linea con il target giovanile. Per questo si impone anche nella saletta adiacente, ovattando l’ambiente e concentrando l’attenzione sulle luci tubolari sospese, precise come mirini sui loro obiettivi: i tavoli.
Al primo piano tre sale si raccontano nella loro diversa personalità. In quella principale, l’attenzione si focalizza sullo straordinario affresco realizzato lungo la cornice del soffitto e dedicato alla Battaglia di Lepanto del 1571: tonalità e arredi pertanto puntano a non offuscarne la bellezza. Nel locale adiacente, invece, domina il color vinaccia delle pareti, a ricordare la natura della sala utilizzata come vineria. Qui la lampada a croce in ferro nero si collega al corpo sporgente della pannellatura per mitigarne l’effetto invasivo.
Ma il blu non è una scelta casuale e salendo al primo piano se ne scopre il motivo. Qui, tre sale raccontano le loro diverse identità, dialogando tra di loro e con la stessa Storia, protagonista assoluta.
La grande sala centrale dà il via narrativo sulla cornice che si snoda lungo il perimetro del soffitto, con l’affresco della battaglia di Lepanto del 1571. Memoria e celebrazione della partecipazione del piccolo regno dei Savoia-Acaja alla Lega Santa che sconfisse gli Ottomani, la decorazione, insieme ai cassettoni e ai serramenti d’epoca, catalizza ogni attenzione. Pareti, tavoli e arredi e la stessa illuminazione non possono che fare da corollario a questa narrazione, mentre le nuance delicate della sabbia si distribuiscono in modo da non offuscarne la bellezza ma marcarne il colore – in particolare l’azzurro del cielo e del mare di Lepanto che ci rammenta la scelta cromatica al pian terreno . Sempre nell’ottica di non intervenire sulla struttura, il centro della sala, tra le due travi verticali, è occupato non da un mobile fisso ma da un arredo flessibile su ruote, che oltre all’uso di servizio ha anche la funzione di illuminare di una luce soffusa.
La vineria e il locale pizzeria completano il piano. La prima rappresentava la sfida più difficile, a causa dell’ingombro degli spogliatoi nella sala: un blocco nero che ne intaccava l’integrità. La soluzione geniale è arrivata dall’inserimento della lampada a croce in ferro nero che – sullo sfondo delle pareti dai toni vinaccia a richiamare il colore del vino – diventa naturale ed efficace prolungamento della pannellatura scura trasformata in scaffale vineria. L’elemento razionale crea un moderno contraltare alla trama geometrica dei cassettoni e ci ricorda che lo stile non è mai accidentale: non a caso gli stessi elementi dalle linee retrò (sedie in palissandro, pavimenti in graniglia, specchi) sono scelti con cura per dare l’impressione, non senza autoironia, di una vecchia “piola” piemontese.
Infine, il black and white del locale pizzeria: l’atmosfera si fa più easy contestualmente alla convivialità che accompagna il consumo della pizza. Il grande tavolo sociale in legno vecchio, l’accenno industrial della struttura luminosa in ferro grezzo e il pavimento irregolare in pietra parlano il linguaggio della socialità, ma sempre con stile e rispettando sia la natura storica del contesto sia la rigida regola optical, con il nero che fa da tela ai colori vivaci della pizza.
Al pian terreno, l’angolo bar all’ingresso e la saletta riservata agli aperitivi sono il momento del total-blue, che si declina su pareti, soffitti e pilastri. Un elemento di rottura che contrasta con l’anima storica della struttura ma che, per un effetto “al rovescio”, armonizza gli elementi e, nel locale comunicante, si fonde con il nero degli arredi per favorire l’illuminazione puntuale.
Una dimora nobiliare nel cuore di Racconigi è lo scenario che ospita un restyling di grande impatto. L’impresa, non poco impegnativa, consisteva nel valorizzare un contesto straordinario, cambiandone la veste ma senza modificare la struttura storica a due piani, in quanto antica residenza dei Savoia-Acaja. L’obiettivo del design era diversificare le sale distinguendole cromaticamente e per tempra, poiché il locale stesso nasceva con un concept moderno e flessibile: bistrot, ristorante, vineria e pizzeria sono infatti quattro anime che qui convivono, ognuna con una propria espressione.
Al pian terreno, l’ingresso racconta di un luogo ideale per gli aperitivi, dove l’azzurro avvolge le pareti, disegnando un contenitore monocromatico dalle nuance intriganti ma suffuse nelle ore serali. Il total blue – insieme al bancone in marmo dalle linee contemporanee e alla scelta di dipingere i mattoni a vista – ha anche la funzione di rottura verso la tradizione, in linea con il target giovanile. Per questo si impone anche nella saletta adiacente, ovattando l’ambiente e concentrando l’attenzione sulle luci tubolari sospese, precise come mirini sui loro obiettivi: i tavoli.
Al primo piano tre sale si raccontano nella loro diversa personalità. In quella principale, l’attenzione si focalizza sullo straordinario affresco realizzato lungo la cornice del soffitto e dedicato alla Battaglia di Lepanto del 1571: tonalità e arredi pertanto puntano a non offuscarne la bellezza. Nel locale adiacente, invece, domina il color vinaccia delle pareti, a ricordare la natura della sala utilizzata come vineria. Qui la lampada a croce in ferro nero si collega al corpo sporgente della pannellatura per mitigarne l’effetto invasivo.
Ma il blu non è una scelta casuale e salendo al primo piano se ne scopre il motivo. Qui, tre sale raccontano le loro diverse identità, dialogando tra di loro e con la stessa Storia, protagonista assoluta.
La grande sala centrale dà il via narrativo sulla cornice che si snoda lungo il perimetro del soffitto, con l’affresco della battaglia di Lepanto del 1571. Memoria e celebrazione della partecipazione del piccolo regno dei Savoia-Acaja alla Lega Santa che sconfisse gli Ottomani, la decorazione, insieme ai cassettoni e ai serramenti d’epoca, catalizza ogni attenzione. Pareti, tavoli e arredi e la stessa illuminazione non possono che fare da corollario a questa narrazione, mentre le nuance delicate della sabbia si distribuiscono in modo da non offuscarne la bellezza ma marcarne il colore – in particolare l’azzurro del cielo e del mare di Lepanto che ci rammenta la scelta cromatica al primo piano. Sempre nell’ottica di non intervenire sulla struttura, il centro della sala, tra le due travi verticali, è occupato non un mobile fisso ma da un arredo flessibile su ruote, che oltre all’uso di servizio ha anche la funzione di illuminare di una luce soffusa.
La vineria e il locale pizzeria completano il piano. La prima rappresentava la sfida più difficile, a causa dell’ingombro degli spogliatoi nella sala: un blocco nero che ne intaccava l’integrità. La soluzione geniale è arrivata dall’inserimento della lampada a croce in ferro nero che – sullo sfondo delle pareti dai toni vinaccia a richiamare il colore del vino – diventa naturale ed efficace prolungamento della pannellatura scura trasformata in scaffale vineria. L’elemento razionale crea un moderno contraltare alla trama geometrica dei cassettoni e ci ricorda che lo stile non è mai accidentale: non a caso gli stessi elementi dalle linee retrò (sedie in palissandro, pavimenti in graniglia, specchi) sono scelti con cura per dare l’impressione, non senza autoironia, di una vecchia “piola” piemontese.
Infine, il black and white del locale pizzeria: l’atmosfera si fa più easy contestualmente alla convivialità che accompagna il consumo della pizza. Il grande tavolo sociale in legno vecchio, l’accenno industrial della struttura luminosa in ferro grezzo e il pavimento irregolare in pietra parlano il linguaggio della socialità, ma sempre con stile e rispettando sia la natura storica del contesto sia la rigida regola optical, con il nero che fa da tela ai colori vivaci della pizza.
Al pian terreno, l’angolo bar all’ingresso e la saletta riservata agli aperitivi sono il momento del total-blue, che si declina su pareti, soffitti e pilastri. Un elemento di rottura che contrasta con l’anima storica della struttura ma che, per un effetto “al rovescio”, armonizza gli elementi e, nel locale comunicante, si fonde con il nero degli arredi per favorire l’illuminazione puntuale.