

Nel borgo suggestivo di Pontechianale, in alta Valle Varaita, una vecchia casa in pietra si affaccia sulla piazzetta-salotto a due passi dal lago che rende nota la località. I 45 mq da ristrutturare al pian terreno costringono a ripensare gli spazi rispettando l’identità autentica della location.
La sfida si affronta realizzando un modulo abitativo open space ad alta ingegneria: dotazioni e dettagli sono meccanismi di alta manifattura all’interno di un sistema integrato, dove tutto dialoga sia dal punto di vista strutturale che estetico e funzionale. Lo sfruttamento dei volumi, l’utilizzo di materiale identitario (legno e pietra) e il design innovativo si fondono in una sola entità.
Il tavolo da pranzo sintetizza, in un unico elemento, il concept che ispira il progetto. Realizzato con le doghe e i montanti dismessi del vecchio balcone e ossidati per coerenza cromatica con la pietra della cucina, è incassato nel muro ma può scorrere per consentire di prendere posto.
Si parte dall’idea di una “scatola” efficiente e sostenibile grazie a una completa coibentazione. Dieci centimetri di isolante rivestono il contenitore prima di lasciare spazio alle doghe in larice: un drappo avvolgente che corre su ogni superficie e che non risparmia né i volumi pieni (pensili) né quelli vuoti (finestra e portafinestra), ridisegnandone profondità e sostanza. Il tutto secondo una sequenza di vena continua, in base a un principio di totale organicità.
In linea con il concept, ogni parete custodisce al proprio interno un sistema organizzato e ramificato di contenitori e ripiani che cela all’occhio i segni della quotidianità. All’insegna del trasformismo, la sera i muri mostrano la loro mise notturna, svelando 4 posti letto a scomparsa – che diventano 5 con il divano dotato di ruote e imbottito di morbida piuma.


Anche la parete che ospita la cucina e il tavolo da pranzo si fa modello di “razionalità estetica”. La pietra di Savoia ceramicata del blocco cucina, creando il giusto contrappunto al larice, si prolunga diventando lo schienale della panca senza perdere l’integrità della vena.
Infine le tante chicche che definiscono l’ambiente: faretti a fasci di luci centrate di ultima generazione, retroilluminazione di pensili e putrella centrale, porta del bagno di 15 cm di spessore per il massimo isolamento acustico, tende fonoassorbenti, sistema innovativo di riscaldamento elettrico norvegese e stufa in ghisa ad alto rendimento termico, design di un grande architetto italiano.
Più che un modulo abitativo, dunque, un sistema perfetto dove innovazione e cura del dettaglio diventano cifre stilistiche.
Il progetto mette in gioco tutti quei luoghi comuni sulle case-vacanza che spingono a ritenere inevitabile la rinuncia alle comodità e a ogni velleità. Qui, al contrario, forma, efficienza e integrazione nel contesto sono immediate e facilmente fruibili.
Nel borgo suggestivo di Pontechianale, in alta Valle Varaita, una vecchia casa in pietra si affaccia sulla piazzetta-salotto a due passi dal lago che rende nota la località. I 45 mq da ristrutturare al pian terreno costringono a ripensare gli spazi rispettando l’identità autentica della location.
La sfida si affronta realizzando un modulo abitativo open space ad alta ingegneria: dotazioni e dettagli sono meccanismi di alta manifattura all’interno di un sistema integrato, dove tutto dialoga sia dal punto di vista strutturale che estetico e funzionale. Lo sfruttamento dei volumi, l’utilizzo di materiale identitario (legno e pietra) e il design innovativo si fondono in una sola entità.

Il tavolo da pranzo sintetizza, in un unico elemento, il concept che ispira il progetto. Realizzato con le doghe e i montanti dismessi del vecchio balcone e ossidati per coerenza cromatica con la pietra della cucina, è incassato nel muro ma può scorrere per consentire di prendere posto.
Si parte dall’idea di una “scatola” efficiente e sostenibile grazie a una completa coibentazione. Dieci centimetri di isolante rivestono il contenitore prima di lasciare spazio alle doghe in larice: un drappo avvolgente che corre su ogni superficie e che non risparmia né i volumi pieni (pensili) né quelli vuoti (finestra e portafinestra), ridisegnandone profondità e sostanza. Il tutto secondo una sequenza di vena continua, in base a un principio di totale organicità.
In linea con il concept, ogni parete custodisce al proprio interno un sistema organizzato e ramificato di contenitori e ripiani che cela all’occhio i segni della quotidianità. All’insegna del trasformismo, la sera i muri mostrano la loro mise notturna, svelando 4 posti letto a scomparsa – che diventano 5 con il divano dotato di ruote e imbottito di morbida piuma.

Il progetto mette in gioco tutti quei luoghi comuni sulle case-vacanza – spesso anguste o frutto di frazionamenti maldestri – che spingono a ritenere inevitabile la rinuncia alle comodità e a ogni velleità. Qui, al contrario, non si rinuncia a nulla: né all’efficienza, né alla forma, né all’integrazione nel contesto.
Anche la parete che ospita la cucina e il tavolo da pranzo si fa modello di “razionalità estetica”. La pietra di Savoia ceramicata del blocco cucina, creando il giusto contrappunto al larice, si prolunga diventando lo schienale della panca senza perdere l’integrità della vena.
Infine le tante chicche che definiscono l’ambiente: faretti a fasci di luci centrate di ultima generazione, retroilluminazione di pensili e putrella centrale, porta del bagno di 15 cm di spessore per il massimo isolamento acustico, tende fonoassorbenti, sistema innovativo di riscaldamento elettrico norvegese e stufa in ghisa ad alto rendimento termico, design di un grande architetto italiano.
Più che un modulo abitativo, dunque, un sistema perfetto dove innovazione e cura del dettaglio diventano cifre stilistiche.
