Le Sorprese Non Finiscono Mai - Martina Design

Le Sorprese Non Finiscono Mai

Forma e sostanza, genio e follia

Lo splendido centro storico saluzzese, due appartamenti adiacenti da integrare tra loro, il desiderio dei committenti di creare un ambiente in cui ritrovare la propria personalità. Unire e adeguare due contesti è sempre complesso, ma in presenza di piante poco lineari e su più livelli, il compito si fa ancora più difficile. Eppure il risultato, grazie anche alla collaborazione con lo Studio Mamino e allo stesso contributo creativo dei proprietari, è stato all’altezza delle loro aspettative.
Carattere, autenticità ma anche eleganza – con un pizzico di follia – ispirano l’intervento. Gli stessi spazi irregolari e inattesi, il dedalo di “sorprese”, gli scorci e il soppalco parlano di un luogo fuori dal comune, ma pacato, sereno. Un rifugio dove ogni zona racconta di un’unica narrazione, quella di una vita vissuta ogni giorno con stile e creatività.

Ferro, ghisa, cemento, legno – con la conseguente contrapposizione tra luci e ombre, tra i toni voluttuosi del miele e quelli severi dell’antracite – creano un file rouge che attraversa la casa sotto varie interpretazioni. Il tema si ritrova nell’alternanza tra il parquet di sala da pranzo e salotto, e il gres a effetto cemento di cucina, disimpegno sulla scala a chiocciola e bagno. È lo stesso contrasto che si manifesta tra la luminosità della zona giorno e lo scuro nucleo centrale di armadiature che uniscono i due appartamenti nascondendo il vano scala.
Da una parte sospesa e dall’altra appoggiata a terra, la pannellatura armadio è il deus ex machina che mette tutti d’accordo: integra gli ambienti, ottimizza lo spazio e richiama i toni dell’antracite che tanto piacciono alla zona cucina.

Gli spazi irregolari e su diversi livelli di due appartamenti d’epoca diventano l’occasione per mettere in evidenza forme e simmetrie: qui il gioco dei materiali (ferro e legno) segue volumi netti e precisi segnando confini, ma aprendo orizzonti.

E poi lei, la cucina appunto: la grande protagonista. Qui gli angoli e le linee squadrate, anziché essere camuffate, sono messe in evidenza ancora una volta dall’accostamento dei materiali.

La trave in ferro, che segna il confine del soppalco in legno, è un efficace rimando cromatico a vari elementi: alla linea parallela dell’isola centrale, alle nicchie scure ai due lati del camino ad altezza (scolpite su uno sfondo bianco a rafforzare l’effetto ) e alla lastra in ferro che unisce le due sponde.

Ma non mancano le chicche, vere scoperte disseminate in tanti angoli della casa: come la scala a chiocciola in ghisa di inizio Novecento, che trasforma uno spazio di servizio in un luogo divertente, sorprendente con le sue proiezioni luminose. Oppure le sedie vintage “Medea” di Vittorio Nobili, logiche e rigorose nel contesto della sala da pranzo, ma stravolte dall’elemento ludico dell’altalena, o per finire, la tappezzeria del bagno a effetto scrostato, che ricorda un passato decorativo, sbiadito ma ancora straordinariamente vivo.

Un nucleo centrale di armadiature unisce i due appartamenti e nasconde le scale. Negli stessi toni scuri che si ritrovano nel gres a effetto cemento della cucina e in altri dettagli come la scala a chiocciola d’epoca, la pannellatura si integra perfettamente con gli elementi lignei e si mette in evidenza grazie alla sottoilluminazione.

Lo splendido centro storico saluzzese, due appartamenti adiacenti da integrare tra loro, il desiderio dei committenti di creare un ambiente in cui ritrovare la propria personalità. Unire e adeguare due contesti è sempre complesso, ma in presenza di piante poco lineari e su più livelli, il compito si fa ancora più difficile. Eppure il risultato, grazie anche alla collaborazione con lo Studio Mamino e allo stesso contributo creativo dei proprietari, è stato all’altezza delle loro aspettative.
Carattere, autenticità ma anche eleganza – con un pizzico di follia – ispirano l’intervento. Gli stessi spazi irregolari e inattesi, il dedalo di “sorprese”, gli scorci e il soppalco parlano di un luogo fuori dal comune, ma pacato, sereno. Un rifugio dove ogni zona racconta di un’unica narrazione, quella di una vita vissuta ogni giorno con stile e creatività.

Gli spazi irregolari e su diversi livelli di due appartamenti d’epoca diventano l’occasione per mettere in evidenza forme e simmetrie: qui il gioco dei materiali (ferro e legno) segue volumi netti e precisi segnando confini, ma aprendo orizzonti.

E poi lei, la cucina appunto: la grande protagonista. Qui gli angoli e le linee squadrate, anziché essere camuffate, sono messe in evidenza ancora una volta dall’accostamento dei materiali.

>La trave in ferro, che segna il confine del soppalco in legno, è un efficace rimando cromatico a vari elementi: alla linea parallela dell’isola centrale, alle nicchie scure ai due lati del camino ad altezza (scolpite su uno sfondo bianco a rafforzare l’effetto ) e alla lastra in ferro che unisce le due sponde.

Ma non mancano le chicche, vere scoperte disseminate in tanti angoli della casa: come la scala a chiocciola in ghisa di inizio Novecento, che trasforma uno spazio di servizio in un luogo divertente, sorprendente con le sue proiezioni luminose. Oppure le sedie vintage “Medea” di Vittorio Nobili, logiche e rigorose nel contesto della sala da pranzo, ma stravolte dall’elemento ludico dell’altalena, o per finire, la tappezzeria del bagno a effetto scrostato, che ricorda un passato decorativo, sbiadito ma ancora straordinariamente vivo.

Ferro, ghisa, cemento, legno – con la conseguente contrapposizione tra luci e ombre, tra i toni voluttuosi del miele e quelli severi dell’antracite – creano un file rouge che attraversa la casa sotto varie interpretazioni. Il tema si ritrova nell’alternanza tra il parquet di sala da pranzo e salotto, e il gres a effetto cemento di cucina, disimpegno sulla scala a chiocciola e bagno. È lo stesso contrasto che si manifesta tra la luminosità della zona giorno e lo scuro nucleo centrale di armadiature che uniscono i due appartamenti nascondendo il vano scala.
Da una parte sospesa e dall’altra appoggiata a terra, la pannellatura armadio è il deus ex machina che mette tutti d’accordo: integra gli ambienti, ottimizza lo spazio e richiama i toni dell’antracite che tanto piacciono alla zona cucina.

In cucina, il camino posto all’altezza del piano lavoro, insieme alle nicchie laterali, è il vero coup de théâtre. Strategica è la lastra che lo unisce al blocco centrale consentendo così di ricavare la penisola.