L'altra metà del cielo - Martina Design

L’altra metà del cielo

Il colore separa, l’eleganza unisce

La scelta di acquistare un attico traslocando da un appartamento ai piani inferiori del medesimo palazzo si rivela strategica per una giovane coppia. Pur mantenendo la stessa metratura, i nuovi spazi guadagnano in luminosità, offrendo una visuale sullo skyline saluzzese con tanto di Monviso.
Il progetto racconta di due professionisti della ristorazione (lui chef, lei imprenditrice) che conoscono il valore dello stile, figlio di eleganza e pragmatismo. L’obiettivo del design era dunque dare respiro alla praticità senza rinunciare alla ricercatezza: non fine a se stessa, ma spontanea e calata nel reale.

La zona giorno è un grande spazio aperto dove la luce naturale è protagonista accanto all’alternanza che sale e scende sulla scala del grigio. L’eleganza dei modi e la delicatezza dei toni sono quelli di un abito di alta sartoria che riecheggia la sofisticata e rarefatta dimensione del grigio Armani.

Pareti, soffitto e pavimenti passano dall’antracite al bianco fino ai toni del legno senza forzature, ma secondo un senso razionale: lo stacco di colore segna infatti un confine lungo una direttrice est/ovest che divide in due l’appartamento.

In questo caso non sono il giorno a la notte a suggerire tempre differenti, ma una linea divisoria ideale tra due settori che segue la sua rotta incurante del contesto, ma senza mai risultare fuori luogo. Il dualismo riemerge su pavimenti e soffitti nel bagno della zona notte e nelle camere, nel segno di un contrasto che è anche una forma di continuità con la zona giorno.

Lo sbalzo tra i soffitti di cucina e salotto marca il confine tra le zone, mentre i colori segnano forme e volumi grazie alla retroilluminazione sottoprofilo. Esattamente come avviene nella cucina: qui blocco e pensili sembrano incorniciati, marcati dall’effetto luminoso concentrato lungo le linee di fuga con la stessa soluzione.

Non è un caso che la cucina non sia al centro della zona giorno. Austera ed equipaggiata professionalmente, non deve infatti prevalere nella dimensione privata. Una volta a casa, il relax familiare e la socialità che si respirano nell’ampia zona luminosa diventano il momento necessario a ritrovare l’equilibrio. La spontaneità ha anche il ruolo di “smussare” l’effetto drammatico dell’algida bicromia. La scelta di adattare alcuni arredi preesistenti e pezzi di modernariato, come anche il pilastro in stile industrial, svelano così il loro “realismo estetico”.

Infine i due bagni, lati opposti di una sola medaglia. Scuro e dalle forme arrotondate quello della zona giorno, abbagliante e dai volumi più spigolosi quello della zona notte. In entrambi, piccoli e grandi capolavori della produzione ceramista: gres porcellanato smaltato blu a listelli orizzontali nel primo caso, lo stesso materiale smaltato bianco a listelli verticali, con un deciso effetto vintage, nel secondo.

L’utilizzo del colore è anche l’espediente per giocare con luce, volumi e texture, come nel caso delle porte “gemelle” dell’ingresso e del bagno della zona giorno. Qui il ton sur ton mette in evidenza materiali e finiture marcando somiglianze e differenze.

La scelta di acquistare un attico traslocando da un appartamento ai piani inferiori del medesimo palazzo si rivela strategica per una giovane coppia. Pur mantenendo la stessa metratura, i nuovi spazi guadagnano in luminosità, offrendo una visuale sullo skyline saluzzese con tanto di Monviso.
Il progetto racconta di due professionisti della ristorazione (lui chef, lei imprenditrice) che conoscono il valore dello stile, figlio di eleganza e pragmatismo. L’obiettivo del design era dunque dare respiro alla praticità senza rinunciare alla ricercatezza: non fine a se stessa, ma spontanea e calata nel reale.

La zona giorno è un grande spazio aperto dove la luce naturale è protagonista accanto all’alternanza che sale e scende sulla scala del grigio. L’eleganza dei modi e la delicatezza dei toni sono quelli di un abito di alta sartoria che riecheggia la sofisticata e rarefatta dimensione del grigio Armani.

Pareti, soffitto e pavimenti passano dall’antracite al bianco fino ai toni del legno senza forzature, ma secondo un senso razionale: lo stacco di colore segna infatti un confine lungo una direttrice est/ovest che divide in due l’appartamento.

In questo caso non sono il giorno a la notte a suggerire tempre differenti, ma una linea divisoria ideale tra due settori che segue la sua rotta incurante del contesto, ma senza mai risultare fuori luogo. Il dualismo riemerge su pavimenti e soffitti nel bagno della zona notte e nelle camere, nel segno di un contrasto che è anche una forma di continuità con la zona giorno.

Lo sbalzo tra i soffitti di cucina e salotto marca il confine tra le zone, mentre i colori segnano forme e volumi grazie alla retroilluminazione sottoprofilo. Esattamente come avviene nella cucina: qui blocco e pensili sembrano incorniciati, marcati dall’effetto luminoso concentrato lungo le linee di fuga con la stessa soluzione.

Non è un caso che la cucina non sia al centro della zona giorno. Austera ed equipaggiata professionalmente, non deve infatti prevalere nella dimensione privata. Una volta a casa, il relax familiare e la socialità che si respirano nell’ampia zona luminosa diventano il momento necessario a ritrovare l’equilibrio. La spontaneità ha anche il ruolo di “smussare” l’effetto drammatico dell’algida bicromia. La scelta di adattare alcuni arredi preesistenti e pezzi di modernariato, come anche il pilastro in stile industrial, svelano così il loro “realismo estetico”.

Infine i due bagni, lati opposti di una sola medaglia. Scuro e dalle forme arrotondate quello della zona giorno, abbagliante e dai volumi più spigolosi quello della zona notte. In entrambi, piccoli e grandi capolavori della produzione ceramista: gres porcellanato smaltato blu a listelli orizzontali nel primo caso, lo stesso materiale smaltato bianco a listelli verticali, con un deciso effetto vintage, nel secondo.

L’utilizzo del colore è anche l’espediente per giocare con luce, volumi e texture, come nel caso delle porte “gemelle” dell’ingresso e del bagno della zona giorno. Qui il ton sur ton mette in evidenza materiali e finiture marcando somiglianze e differenze.