La forza avvolgente della condivisione - Martina Design

La forza avvolgente della condivisione

La coerenza lignea come paradigma dell’accoglienza

In un piccolo centro della pianura saviglianese, un’abitazione di inizio Novecento risentiva di una suddivisione poco funzionale degli spazi risalente agli anni ’90. Apparentemente sovradimensionata per una coppia con tre figlie ormai grandi e con tanto di nipotini, la zona giorno, anziché contrarsi, si dischiude in un luogo capace di abbracciare e unire le proprie componenti, come i membri di una grande famiglia. Trasformare la disposizione originaria amplificando i volumi e valorizzandoli per accogliere è dunque il presupposto del progetto. Un grande open space diventa l’anima della casa dove condividere la gioia di nonni e bambini, mantenendo tuttavia la distinzione e il rigore di una dimora raffinata e sobria, all’insegna di un calore autentico. Questa esigenza sottesa, così come l’assetto a “L” degli spazi, trovano nella coerenza lignea la soluzione definitiva.

L’open space sa coniugare la funzione estetica con il desiderio di condivisione familiare. 

Dal parquet alla parete ad angolo, la texture dei toni del legno prosegue in modo instancabile ricoprendo e unificando. La stessa parete ad angolo da elemento di disturbo diventa argomento caratteristico, dando occasione alla vena continua dei listelli di cambiare direzione (da orizzontale a verticale). Ed è proprio la coerenza della vena, lungo pavimento, boiserie e persino armadio cappotti e portoncino d’ingresso, a indicare la via, come una freccia che suggerisce di girare l’angolo per godere non solo del salotto ma anche della sala da pranzo. Due aree relax offrono momenti di riposo per lui e per lei in modo apparentemente indipendente giocando con i rimandi cromatici delle pareti. La plasticità dei volumi sulla controsoffittatura – dove l’illuminazione si concentra sui punti salienti – la matericità dell’ecru a effetto cemento e il contrasto delle superfici scure, si rincorrono alternandosi e creando un equilibrio austero ma caldo.

La cucina si affaccia dall’angolo centrale sui due spazi laterali attirandoli a sé e mostrando ancora una volta il valore del tutto. La simmetria della zona cucina è totalizzante quasi quanto la sua centralità. Le due isole (di lavaggio e di cottura) si guardano a distanza facendo da contraltare (anche cromatico) alle colonne ai due lati della porta finestra. Qui il ton sur ton viene in aiuto nella definizione dei solidi: l’antracite dei moduli sulla parete scura stacca la profondità dei blocchi verticali smorzandone l’impatto, a metà tra astrattismo e trompe-l’oeil. A sancire la perfezione dell’equilibrio complessivo, ci pensano la scala e il camino. La prima mantiene l’ingombro originario ma viene rivisitata con un’ossatura in ferro che con la sua linea sinuosa aggiunge movimento al rigore dell’open space, mentre il camino è quasi un effetto optical che emerge plasticamente tra le due nicchie scure, riportando l’attenzione sul gioco  dei contrasti tra volumi e colori.

La cucina che si affaccia sull’area relax diventa un luogo in cui essere protagonisti e spettatori allo stesso tempo.

In un piccolo centro della pianura saviglianese, un’abitazione di inizio Novecento risentiva di una suddivisione poco funzionale degli spazi risalente agli anni ’90. Apparentemente sovradimensionata per una coppia con tre figlie ormai grandi e con tanto di nipotini, la zona giorno, anziché contrarsi, si dischiude in un luogo capace di abbracciare e unire le proprie componenti, come i membri di una grande famiglia. Trasformare la disposizione originaria amplificando i volumi e valorizzandoli per accogliere è dunque il presupposto del progetto. Un grande open space diventa l’anima della casa dove condividere la gioia di nonni e bambini, mantenendo tuttavia la distinzione e il rigore di una dimora raffinata e sobria, all’insegna di un calore autentico. Questa esigenza sottesa, così come l’assetto a “L” degli spazi, trovano nella coerenza lignea la soluzione definitiva.

L’open space sa coniugare la funzione estetica con il desiderio di condivisione familiare. 

Dal parquet alla parete ad angolo, la texture dei toni melliflui del legno prosegue in modo instancabile ricoprendo e unificando. La stessa parete ad angolo da elemento di disturbo diventa argomento caratteristico, dando occasione alla vena continua dei listelli di cambiare direzione (da una parte orizzontale, dall’altra verticale). Ed è proprio la coerenza della vena, lungo pavimento, boiserie e persino armadio cappotti e portoncino d’ingresso, a indicare la via, come una freccia che suggerisce di girare l’angolo per godere non solo del salotto ma anche della sala da pranzo. Due aree relax offrono momenti di riposo per lui e per lei in modo apparentemente indipendente  giocando con i rimandi cromatici delle pareti. La plasticità dei volumi sulla controsoffittatura – dove l’illuminazione si concentra sui punti salienti – la matericità dell’ecru a effetto cemento e il contrasto delle superfici scure, si rincorrono alternandosi e creando un equilibrio austero ma caldo.

La cucina si affaccia dall’angolo centrale sui due spazi laterali attirandoli a sé e mostrando ancora una volta il valore del tutto. La simmetria della zona cucina è totalizzante quasi quanto la sua centralità. Le due isole (di lavaggio e di cottura) si guardano a distanza facendo da contraltare (anche cromatico) alle colonne ai due lati della porta finestra. Qui il ton sur ton viene in aiuto nella definizione dei solidi: l’antracite dei moduli sulla parete scura stacca la profondità dei blocchi verticali smorzandone l’impatto, a metà tra astrattismo e trompe-l’oeil. A sancire la perfezione dell’equilibrio complessivo, ci pensano la scala e il camino. La prima mantiene l’ingombro originario ma viene rivisitata con un’ossatura in ferro che con la sua linea sinuosa aggiunge movimento al rigore dell’open space, mentre il camino è quasi un effetto optical che emerge plasticamente tra le due nicchie scure, riportando l’attenzione sul gioco  dei contrasti tra volumi e colori.

La cucina che si affaccia sull’area relax diventa un luogo in cui essere protagonisti e spettatori allo stesso tempo.