La cucina al centro - Martina Design

La cucina al centro

Il colore, tra funzionalità e passione

Protagonista del progetto è la quotidianità di una coppia con un bambino di pochi mesi: due professionisti immersi ogni giorno in un turbinio di impegni. La vita da chef della giovane mamma diventa infatti la chiave di lettura per la ristrutturazione e il restyling di questo appartamento. Per ovviare alla carenza di spazio nella zona giorno, l’integrazione di una ventina di metri quadri dell’unità abitativa adiacente risulta vincente per dare più risalto alla passione gastronomica.

L’ingresso non lascia margine a fraintendimenti. Lo sguardo si concentra sull’isola scura al centro che fa da contraltare al blocco colonne incassato in una nicchia, mentre il dualismo cromatico è esaltato della luce naturale che invade l’ambiente. Cucina e zona relax convivono in un open space dove il parquet originario è valorizzato dal contrasto con l’effetto industrial del pavimento in cucina e del pilastro in cemento grezzo. Come a dire che il rispetto delle origini e della tradizione trova il suo punto d’equilibrio con la dinamicità del presente: esattamente come deve avvenire tra i fornelli.

L’illuminazione nella zona giorno rafforza il significato della cucina: un punto laterale irraggia fili che tracciano sottili e nitide zampe aracnoidee con l’obiettivo di mirare dritte al piano lavoro. 

Nell’armonia generale della zona giorno, spicca l’assenza di un tavolo da pranzo tradizionale. Oltre alla penisola da utilizzare per pasti veloci, viene in soccorso il tavolo “camuffato” da consolle che si allunga ospitando fino a 12 persone. Una scelta ragionata che non stupisce se si considera lo spazio, non solo reale ma anche concettuale, che la cucina stessa occupa nell’arco della giornata. Eppure, nonostante l’assenza di un tavolo, il valore della socialità non viene meno, grazie ai divani larghi e ampi, che esaltano l’importanza del relax e della gioia di stare insieme.

Ancora una volta, il colore svolge un ruolo “corale” e unificante tra zona giorno e zona notte. In particolare il muro che ospita l’ingresso, prolungandosi su tutta l’estensione dell’appartamento senza sbalzi né angoli, è l’anello di congiunzione tra le due aree.

Correndo uniformemente su tutta la parete che ospita l’ingresso, il nero-antracite crea una prospettiva monocromatica coerente, insieme al fascio di luce che retroillumina la veletta sul soffitto: lo sbalzo disegna il movimento dei volumi e la sua continuità contribuisce all’integrazione tra gli spazi. 

Anche nella zona notte l’utilizzo del colore è in grado di plasmare gli ambienti, come avviene per il disimpegno che conduce ai servizi, dove un giallo pieno e intenso ne modella le pareti; ma torna anche l’armonica convivenza tra passato e presente, come nella camera patronale.

Qui, il vecchio letto di famiglia convive con le ante a specchio e a tutta altezza dell’armadio, in un gioco delicato e modulato tra retroilluminazione, luce naturale, minimalismo e pulizia delle linee.

Protagonista del progetto è la quotidianità di una coppia con un bambino di pochi mesi: due professionisti immersi ogni giorno in un turbinio di impegni. La vita da chef della giovane mamma diventa infatti la chiave di lettura per la ristrutturazione e il restyling di questo appartamento. Per ovviare alla carenza di spazio nella zona giorno, l’integrazione di una ventina di metri quadri dell’unità abitativa adiacente risulta vincente per dare più risalto alla passione gastronomica.

L’ingresso non lascia margine a fraintendimenti. Lo sguardo si concentra sull’isola scura al centro che fa da contraltare al blocco colonne incassato in una nicchia, mentre il dualismo cromatico è esaltato della luce naturale che invade l’ambiente. Cucina e zona relax convivono in un open space dove il parquet originario è valorizzato dal contrasto con l’effetto industrial del pavimento in cucina e del pilastro in cemento grezzo. Come a dire che il rispetto delle origini e della tradizione trova il suo punto d’equilibrio con la dinamicità del presente: esattamente come deve avvenire tra i fornelli.

L’illuminazione nella zona giorno rafforza il significato della cucina: un punto laterale irraggia fili che tracciano sottili e nitide zampe aracnoidee con l’obiettivo di mirare dritte al piano lavoro. 

Nell’armonia generale della zona giorno, spicca l’assenza di un tavolo da pranzo tradizionale. Oltre alla penisola da utilizzare per pasti veloci, viene in soccorso il tavolo “camuffato” da consolle che si allunga ospitando fino a 12 persone. Una scelta ragionata che non stupisce se si considera lo spazio, non solo reale ma anche concettuale, che la cucina stessa occupa nell’arco della giornata. Eppure, nonostante l’assenza di un tavolo, il valore della socialità non viene meno, grazie ai divani larghi e ampi, che esaltano l’importanza del relax e della gioia di stare insieme.

Ancora una volta, il colore svolge un ruolo “corale” e unificante tra zona giorno e zona notte. In particolare il muro che ospita l’ingresso, prolungandosi su tutta l’estensione dell’appartamento senza sbalzi né angoli, è l’anello di congiunzione tra le due aree.

Correndo uniformemente su tutta la parete che ospita l’ingresso, il nero-antracite crea una prospettiva monocromatica coerente, insieme al fascio di luce che retroillumina la veletta sul soffitto: lo sbalzo disegna il movimento dei volumi e la sua continuità contribuisce all’integrazione tra gli spazi

Anche nella zona notte l’utilizzo del colore è in grado di plasmare gli ambienti, come avviene per il disimpegno che conduce ai servizi, dove un giallo pieno e intenso ne modella le pareti; ma torna anche l’armonica convivenza tra passato e presente, come nella camera patronale.

Qui, il vecchio letto di famiglia convive con le ante a specchio e a tutta altezza dell’armadio, in un gioco delicato e modulato tra retroilluminazione, luce naturale, minimalismo e pulizia delle linee.