Quando l'anticamera è narrazione - Martina Design

Quando l’anticamera è narrazione

Raccontarsi prima ancora di accogliere

Un edificio signorile a più piani in una zona centrale della cittadina saluzzese è il contesto che accoglie un’agenzia di assicurazioni. La palazzina permette l’accesso agli uffici e agli appartamenti dal vano scale, ma talvolta anche dal ballatoio rivolto verso il cortile interno. Proprio questo tipo di spazio, a metà tra balconata e terrazzo con tutti i limiti connessi, funge da disimpegno per accedere agli uffici posti al primo piano. Un’area tanto ridotta quanto importante, che andava dunque ristudiata con una doppia funzione: migliorare l’immagine aziendale e offrire al personale una zona di svago.

Al primo piano di una palazzina storica, l’accesso agli uffici mostrava tutti i limiti degli ingressi posti sui ballatoi. Per recuperare un’immagine di prestigio e la giusta privacy di clienti e dipendenti, il progetto ha previsto l’allestimento di un pannello in ferro nero sagomato lungo tutto il perimetro esterno.

La sfida consisteva soprattutto nel limitare l’effetto angusto e disordinato che le case a ballatoio impietosamente mostrano sul loro lato interno. Oscurare la vista dei balconi vicini diventava dunque una priorità, permettendo – aspetto non secondario – di garantire la privacy di clienti e dipendenti. La soluzione, intelligente e razionale, arriva dalla realizzazione di un divisorio in ferro che delimita il perimetro esterno: elemento funzionale solo apparentemente freddo, e con un enorme potenziale sia estetico sia concettuale. La parete infatti, oltre a nascondere, riproduce lo skyline saluzzese con il Monviso e le valli circostanti, comunicando la stessa mission dell’agenzia: lavorare sul territorio per farlo crescere.

Il ferro, declinato nelle varie forme definite dal nero, diventa la cifra interpretativa e stilistica: il linguaggio che crea l’organicità che mancava. Al centro, volumi definiti sono versatili strumenti che si adattano a diverse esigenze: da panche a contenitori per le piante o coperture dei pilastri, e persino ripiani. L’alternanza tra pieni e vuoti, insieme alle diverse altezze dei solidi, traccia un continuo movimento, ma sempre nei ranghi di un ordine razionale. Non mancano tuttavia gli elementi che smorzano un’eccessiva severità: come il legno, con le sue rotondità e irregolarità cromatiche, e la vegetazione di vario tipo, ad alberello e tappezzante.
In particolare la parete rivestita di tronchetti con sezione a vista ricorda il contesto produttivo con cui l’azienda si interfaccia, quello rurale prealpino in tutte le sue variegate espressioni.

L’alternanza tra pieni e vuoti, che i volumi in ferro modulano all’interno dello spazio, gioca con la rotondità dei tronchetti di legno e la spontaneità della vegetazione. Tutta l’area è un disciplinato movimento di solidi che si adattano a usi differenti: da panche a vasi e rivestimenti.

Un edificio signorile a più piani in una zona centrale della cittadina saluzzese è il contesto che accoglie un’agenzia di assicurazioni. La palazzina permette l’accesso agli uffici e agli appartamenti dal vano scale, ma talvolta anche dal ballatoio rivolto verso il cortile interno. Proprio questo tipo di spazio, a metà tra balconata e terrazzo con tutti i limiti connessi, funge da disimpegno per accedere agli uffici posti al primo piano. Un’area tanto ridotta quanto importante, che andava dunque ristudiata con una doppia funzione: migliorare l’immagine aziendale e offrire al personale una zona di svago.

Al primo piano di una palazzina storica, l’accesso agli uffici mostrava tutti i limiti degli ingressi posti sui ballatoi. Per recuperare un’immagine di prestigio e la giusta privacy di clienti e dipendenti, il progetto ha previsto l’allestimento di un pannello in ferro nero sagomato lungo tutto il perimetro esterno.

La sfida consisteva soprattutto nel limitare l’effetto angusto e disordinato che le case a ballatoio impietosamente mostrano sul loro lato interno. Oscurare la vista dei balconi vicini diventava dunque una priorità, permettendo – aspetto non secondario – di garantire la privacy di clienti e dipendenti. La soluzione, intelligente e razionale, arriva dalla realizzazione di un divisorio in ferro che delimita il perimetro esterno: elemento funzionale solo apparentemente freddo, e con un enorme potenziale sia estetico sia concettuale. La parete infatti, oltre a nascondere, riproduce lo skyline saluzzese con il Monviso e le valli circostanti, comunicando la stessa mission dell’agenzia: lavorare sul territorio per farlo crescere.

Il ferro, declinato nelle varie forme definite dal nero, diventa la cifra interpretativa e stilistica: il linguaggio che crea l’organicità che mancava. Al centro, volumi definiti sono versatili strumenti che si adattano a diverse esigenze: da panche a contenitori per le piante o coperture dei pilastri, e persino ripiani. L’alternanza tra pieni e vuoti, insieme alle diverse altezze dei solidi, traccia un continuo movimento, ma sempre nei ranghi di un ordine razionale. Non mancano tuttavia gli elementi che smorzano un’eccessiva severità: come il legno, con le sue rotondità e irregolarità cromatiche, e la vegetazione di vario tipo, ad alberello e tappezzante.
In particolare la parete rivestita di tronchetti con sezione a vista ricorda il contesto produttivo con cui l’azienda si interfaccia, quello rurale prealpino in tutte le sue variegate espressioni.

L’alternanza tra pieni e vuoti, che i volumi in ferro modulano all’interno dello spazio, gioca con la rotondità dei tronchetti di legno e la spontaneità della vegetazione. Tutta l’area è un disciplinato movimento di solidi che si adattano a usi differenti: da panche a vasi e rivestimenti.